Isola di San Giorgio Maggiore Nell'VIII secolo le quattro famiglie "evangeliche": Corner, Bembo, Bragadin e Giustinian, firmarono l'atto di fondazione della chiesa di San Giorgio il cui primitivo edificio si fa generalmente risalire a prima della fine di quel secolo. L'isola Memmia o dei Cipressi, com'era anticamente chiamata, apparteneva al doge Tribuno Memmo il quale l'aveva donata, nel 982, a Giovanni Morosini, poi beato, affinché vi erigesse il monastero benedettino il cui antico nucleo è ancor oggi visibile, sebbene più volte ricostruito. Là usavano ritirarsi i dogi in preghiera. L'isola prese poi il nome di San Giorgio.
Solo nel XVI secolo Andrea Palladio ne riprogetta il volto restituendoci l'immagine dell'isola attuale. La chiesa venne eretta in posizione più avanzata rispetto alla precedente; è a tre navate, con poderosa cupola e coro dei monaci posto dietro l'altare, oltre un diaframma di colonne, in ossequio ai dettami del Concilio di Trento. La sua facciata, eseguita dopo la morte di Palladio ma secondo il suo progetto, tra il 1597 e il 1611, si impone visivamente nel bacino marciano per il suo rigore classico. Giocata sull'intersezione di due ordini, essa presenta il settore centrale tripartito da grandi colonne composite, che sorreggono il frontone, e affiancato da ali più basse, con edicole e statue negli intercolumni.
Palladio intervenne anche sul monastero, progettando il bel refettorio - per il quale Paolo Veronese dipinse nel 1562 la grande tela con le Nozze di Cana, requisita in seguito da Napoleone ed ora al Louvre - e il chiostro detto dei Cipressi. Lo scalone monumentale e la biblioteca si devono invece a Baldassare Longhena; mentre il campanile neoclassico fu eretto nel 1791 per rimpiazzare l'antico che era crollato una ventina d'anni prima.
Nel 1951 il Governo Italiano concesse l'utilizzo del monastero e delle aree adiacenti alla Fondazione Giorgio Cini, specializzata nello studio delle arti e della civiltà veneziana e dell'Oriente, creando i presupposti per il processo di restauro e riqualificazione. Bonificando un'ulteriore area è stato possibile inoltre costruire un anfiteatro all'aperto: il Teatro Verde, inaugurato nel 1954.
Il porticciolo, incoronato da due fari gemelli, fu costruito nel 1808-1828. Dalla cima del campanile si può godere di una vista sorprendente di Venezia, della Giudecca e della laguna.


"Di là della selva rigida di vascelli fermi su l'àncore San Giorgio Maggiore appariva in forma d'una vasta galea rosea con la prora rivolta alla Fortuna che l'attraeva dall'alto della sua sfera d'oro."

Gabriele D'Annunzio, Il fuoco

Fondazione Giorgio Cini: http://www.cini.it/
Teatro Verde: http://www.liveinve.com/Il_Teatro_Verde/