Ex Chiesa di Santa Maria della Carità (Gallerie dell' Accademia) Il complesso della Carità comprende Convento, Chiesa di Santa Maria della Carità e Scuola Grande della Carità. Questi edifici, sconsacrati e in disuso, sono diventati nel tempo sede dell'Accademia di Belle Arti di Venezia (ora trasferita alla Fondamenta degli Incurabili) e successivamente sede museale delle Gallerie dell'Accademia.

La chiesa di Santa Maria della Carità fu rifatta dai Canonici Lateranensi nel 1441-1452, forse su progetto di Bartolomeo Bon. Offre al canale il paramento in laterizio del fianco, mentre l'alta facciata a coronamento trilobato, con cuspidi e caratteristici archetti pensili intrecciati, si affaccia sul campo. Perpendicolarmente ad essa, un bel portale archiacuto, ornato da rilievi marmorei trecenteschi, costituiva l'ingresso al monastero. Il complesso conserva parte del chiostro quattrocentesco, ma nel 1561 fu investito da un programma di rinnovamento su progetto di Andrea Palladio, ispirato al recupero archeologico della casa degli antichi romani. La realizzazione si limitò all'atrio e all'ala orientale del cortile e la scala ovata. L'atrio venne distrutto da un incendio nel 1630 e il complesso subì ulteriori modifiche all'inizio del XIX secolo quando, in seguito alle soppressioni napoleoniche, venne eletto a sede dell'Accademia di Belle Arti e venne restaurato da Gianantonio Selva.
Si dice che nel monastero trovasse rifugio nel 1177 Rolando Bandinelli, cioè papa Alessandro III (1159-1181), il quale aveva segretamente lasciato Roma per sfuggire alle ire del suo nemico, l'imperatore Federico Barbarossa. Egli avrebbe vissuto sei mesi in incognito nel monastero lavorando come sguattero, finché venne per caso riconosciuto da un visitatore francese che ne rivelò l'identità alla Signoria. Ben grande doveva essere il prestigio della Serenissima se il suo doge Sebastiano Ziani riuscì in breve a riconciliare l'imperatore col papa: il 23 luglio 1177, infatti, il potente imperatore tedesco veniva ad inginocchiarsi sul pavimento di San Marco davanti alla maestà del pontefice. Fu in questa occasione che, per gratitudine, Alessandro III donò al doge il famoso anello simbolo dell'imperio di Venezia sul mare; e da quel 1177 si svolse in mare aperto, alla uscita del porto del Lido, l'annuale fastosa cerimonia dello "Sposalizio di Venezia col Mare".


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