
 Giustiniano Martinioni, storico d’arte  secentesco, parla del Palazzo Giustinian Lolin, sul Canal Grande, in termini  entusiastici e lo definisce «grande, maestoso, ricco per marmi e ornato di  molte bellezze». Esso risale al terzo decennio del Seicento, allorché Giovanni  Lolin decise di intraprenderne una radicale ristrutturazione del precedente  edificio in stile gotico risalente al Trecento. L’architetto incaricato sembra  sia stato un giovane Baldassarre Longhena (la critica pensa sia una delle sue  prime opere), che operò mantenendo alcune caratteristiche del precedente  edificio (ad esempio l’ampiezza delle monofore e della polifora)    e rispettandone  anche la planimetria. Il fronte, comunque, si presenta con un ricco bugnato al  piano terreno a incorniciare le finestre rettangolari e il semplice portale  d’acqua, due serliane al centro del primo e secondo piano nobile, ai lati delle  quali sono disposte due coppie di monofore chiuse da archi a tutto sesto. Ingentiliscono  il prospetto le teste marmoree in chiave d’arco e i balconi con balaustra, i  capitelli e, particolare raro, il motivo che finge le tende a festoni al di  sopra dell’ordine corinzio; non sono più presenti, invece, due grandi stemmi a  livello del secondo piano nobile inseriti negli spazi tra le due monofore  laterali, che si possono vedere in rappresentazioni settecentesche e che  vennero asportati dopo la caduta della Repubblica. Conclude la facciata il  mezzanino sottotetto, la dentellata cornice di gronda e, sul tetto, i due  obelischi. L'edificio, che si articola attorno ad una bella corte con vera da  pozzo, dispone di ambienti di diversa ampiezza al piano terra e di un vasto  salone al piano nobile con sale attigue e comunicanti (la tipica struttura del  palazzo veneziano).
 Giustiniano Martinioni, storico d’arte  secentesco, parla del Palazzo Giustinian Lolin, sul Canal Grande, in termini  entusiastici e lo definisce «grande, maestoso, ricco per marmi e ornato di  molte bellezze». Esso risale al terzo decennio del Seicento, allorché Giovanni  Lolin decise di intraprenderne una radicale ristrutturazione del precedente  edificio in stile gotico risalente al Trecento. L’architetto incaricato sembra  sia stato un giovane Baldassarre Longhena (la critica pensa sia una delle sue  prime opere), che operò mantenendo alcune caratteristiche del precedente  edificio (ad esempio l’ampiezza delle monofore e della polifora)    e rispettandone  anche la planimetria. Il fronte, comunque, si presenta con un ricco bugnato al  piano terreno a incorniciare le finestre rettangolari e il semplice portale  d’acqua, due serliane al centro del primo e secondo piano nobile, ai lati delle  quali sono disposte due coppie di monofore chiuse da archi a tutto sesto. Ingentiliscono  il prospetto le teste marmoree in chiave d’arco e i balconi con balaustra, i  capitelli e, particolare raro, il motivo che finge le tende a festoni al di  sopra dell’ordine corinzio; non sono più presenti, invece, due grandi stemmi a  livello del secondo piano nobile inseriti negli spazi tra le due monofore  laterali, che si possono vedere in rappresentazioni settecentesche e che  vennero asportati dopo la caduta della Repubblica. Conclude la facciata il  mezzanino sottotetto, la dentellata cornice di gronda e, sul tetto, i due  obelischi. L'edificio, che si articola attorno ad una bella corte con vera da  pozzo, dispone di ambienti di diversa ampiezza al piano terra e di un vasto  salone al piano nobile con sale attigue e comunicanti (la tipica struttura del  palazzo veneziano). Il palazzo, oltre che dei Giustinian Lolin (Giovanni Lolin quando, nel giugno del 1623, legò il palazzo al nipote Giovanni Giustinian pretese che questi aggiungesse al proprio cognome quello dei Lolin), è stato residenza del famoso medico collezionista di libri, stampe e dipinti Francesco Aglietti nei primi decenni dell’Ottocento, della danzatrice Maria Taglioni, della duchessa Maria Luisa di Parma e, infine, di Ugo e Olga Levi.
Ugo Levi, che discendeva da una ricca famiglia veneziana particolarmente attiva nel corso dell’Ottocento, con la moglie Olga, aveva fatto della sua casa sul Canal Grande un luogo di colte conversazioni e di raffinati concerti e qui raccolse, durante tutta la vita, documenti musicali, tra spartiti e testi, manoscritti a stampa, fino a tenere una formidabile biblioteca specializzata.
Palazzo Giustinian Lolin è oggi sede della Fondazione intitolata ai loro nomi e ospita mostre, congressi, conferenze, seminari, concerti. Per agevolare le attività inerenti, un’ala del palazzo è stata radicalmente restaurata, per dar luogo ad una modernissima e funzionale foresteria.
Fondazione Ugo e Olga Levi: http://www.fondazionelevi.it
 
						
													 
												
						