Palazzo Querini Grande edifìcio di stile anonimo ma funzionale, appartenente in origine ai Querini.
La lunga facciata è caratterizzata da una sequenza ininterrotta di semplici aperture rettango­lari. Di antica discendenza romana, la famiglia Que­rini fu una delle ventiquattro famiglie "vecchie", tut­tora esistente in alcuni dei vari rami in cui si divise.
Troviamo fin dal Mille i nomi dei suoi membri che ricoprirono cariche importanti. Fu così illustre e autorevole da essere insignita del cavalierato eredita­rio. In seguito alla IV Crociata, un Giovanni divenne signore dell’isola di Stampalia, e qui i suoi discen­denti rimasero fino all’occupazione turca del 1537. La loro eclisse politica avvenne in seguito alla con­giura di Baiamonte Tiepolo (1310), appoggiata dal marito di una Querini e da parecchi membri di questa famiglia. Ma, come i Tiepolo, essi continuarono a dare a Venezia valorosi capitani, audaci navigatori, giuristi e letterati.

Famoso fu Pietro che nel 1431, mentre si recava nelle Fiandre, fu sbattuto con la sua nave e pochi compagni su un’isola disabitata delle Lofoten. Tratto in salvo da pescatori di isole vicine, visse per qualche tempo con loro fino a che poté ritornare a Venezia per via di terra. Scrisse poi una brillante relazione su quelle terre sconosciute, qualificandosi così come uno dei precursori delle esplorazioni artiche. I Que­rini erano molto ricchi e, fra altri, avevano un palazzo a Rialto, ma poiché i proprietari erano tre fratelli, dei quali due implicati nella congiura, la Signoria ordinò di abbatterlo per due terzi ed acqui­stò il resto che, per dispregio, fu adibito a macello pubblico.
Quando Federico IV di Danimarca venne in visita a Venezia (1709), il suo ospite Sebastiano Foscarini offrì un gran ballo in suo onore. Fra gli intervenuti vi erano pure Caterina Contarini e suo marito il patrizio Querini. Ella sfoggiava delle perle splendide che però si sparpagliarono sul pavimento quando una fibbia del re, che ballava con lei, si impigliò nel filo della collana, rompendolo.
Il sovrano confuso si chinò per raccoglierle, ma il Querini, che sedeva su un divano, prontamente si alzò e sorridendo spinse via e schiacciò le perle, mentre la moglie, come se niente fosse successo, continuava a danzare col povero re allibito.