Casina delle Rose Proprio accanto al grande Palazzo Corner, su di un’a­rea vacua, aveva trovato posto lo studio del grande scultore veneziano Antonio Canova.
In incisioni ottocentesche già si poteva vedere in questa zona una pic­cola e bassa casetta, proprio al limitar del Canal Grande, quella che era il labo­ratorio canoviano, nelle cui stanze più di una statua era stata modellata. Ancora pochi decenni e, alla fine dell’Ottocento, la celebre Casetta Rossa (dal colore del­l’intonaco esterno) era già stata costruita nelle forme e nello spazio che noi og­gi possiamo vedere, leggermente più arretrata dello scomparso studio canovia­no, allo scopo di creare sul davanti un gradevole giardino.
La casetta, che è pro­prio tale, piccola, bassa, era stata costruita dall’architetto Do­menico Rupolo per conto del principe austriaco Fritz Hohenlohe-Waldenburg e della moglie Zina che qui abitarono fino allo scoppio della Grande Guerra quan­do, per ovvi motivi, furono costretti a riparare in Svizzera.
La casetta, vero ce­nacolo del bel mondo del tempo, era abitualmente frequentata da artisti, lettera­ti, politici e uomini di cultura, tra i quali il barone Giorgio Franchetti, il conte Giu­seppe Primoli, il pittore Mariano Fortuny y Madrazo, il poeta Henri De Regnier, Rainer Maria Rilke, Hugo von Hofmannsthal, Eleonora Duse e Gabriele D’An­nunzio. Proprio quest’ultimo vi abitò con la figlia, dopo l’espatrio degli Hohen- lohe-Waldenburg, negli anni della prima guerra mondiale e qui, nel 1916, scris­se il Notturno. Il poeta lasciò l’abitazione nel 1918, non dopo aver piantato a im­perituro ricordo un melograno, pianta che lui amava moltissimo e che è spesso presente nei suoi romanzi, che ancora si può veder fiorire e fruttificare nel pic­colo e curatissimo giardino affacciato sul Canal Grande.