Palazzo Tiepolo Sull'area di un fabbricato precedente, probabilmente vento-bizantino, venne costruito verso la metà del Cinquecento il palazzo oggi esistente. La facciata, della quale non conosciamo il progettista, è assolutamente in linea con lo stile rinascimentale; essa si sviluppa con doppio portale e quadrifore centrali balconate. Completano il disegno architettonico le coppie di monofore laterali, i due balconi aggettanti delle quadrifore, le aperture rettangolari del mezzanino sottotetto, i marcapiani e la rilevata cornice di gronda a barbacani rovesciati. Ben più ricco doveva essere il decoro artistico se pensiamo che il palazzo reca ancora sulla facciata qualche traccia di affreschi attribuiti ad Andrea Meldolla, detto lo Schiavone perché originario della Dalmazia (1522-1563).
Appartenuto alla famiglia Loredan, di questi nobili mercanti sappiamo che tenevano in ordine perfetto il loro libro dei conti. In quello di Jacopo Loredan c'è una nota tragica e agghiacciante dovuta alla inimicizia di questo casato coi Foscari. Nel 1423 il padre Pietro Loredan e Francesco Foscari si trovarono coinvolti nella competizione per il dogado, vinse il Foscari, rinfocolando così un odio già esistente. Poi Pietro morì all'improvviso e in modo misterioso, e poco dopo, nello stesso modo subitaneo e misterioso, morì suo fratello Marco. Corse voce che fossero stati avvelenati dagli amici dei Foscari. Fatto è che sulla tomba la famiglia fece scrivere: «Morto per veleno». Quel giorno Jacopo aprì nel suo libro una nuova partita, scrivendo all'inizio: «Morte di mio padre e dello zio Marco». Anni dopo, nel 1457, il doge Francesco Foscari, dopo una infelicissima vita familiare ed amarezze politiche di ogni genere, venne deposto e morì di crepacuore. In quella data Jacopo con concisione e freddezza vergò due sole parole sotto il titolo di quella pagina drammatica: «L'ha saldata».