Palazzo Fontana Rezzonico Questo grande palazzo intonacato di rosa, fatto costruire nei primi decenni del Sei­cento per conto della famiglia Fontana da un anonimo progettista si distingue proprio perchè, nonostante i tempi fossero già maturi per un’architettura barocca, venne realizzato secondo stilemi del tardo Rinascimento. In realtà alcuni critici attribuiscono il progetto, se non proprio a Jacopo Sansovino che al tempo era già mor­to, alla sua bottega che, viceversa, nei primi anni del XVII secolo era a Venezia ancora attiva e apprezzata. Naturalmente l’edificio non è privo di contaminazioni più tarde (la sago­ma degli obelischi sul tetto, le bande continue di pietra d’Istria sulla facciata, l’al­ta fascia sotto il cornicione ecc.), ma l’impianto può senza dubbio dirsi rinasci­mentale. Particolarmente elegante è il prospetto principale, seppur asimmetrico, con due belle quadrifore ad arco su alti piedritti ai due piani nobili, a destra del­le quali stanno due coppie di monofore e a sinistra, invece, una sola coppia, e che presenta anche due maestosi portali d’acqua, uno di più ridotte dimensioni tutto spostato sul lato destro e l’altro, ancor più imponente, in asse con le polifore so­prastanti. Molto graziosi sono i balconcini aggettanti che danno movimento al fron­te e le già citate fasce continue orizzontali.
La pianta interna è molto particolare perché, dal tradizionale portego al piano ter­reno, si accede a numerose piccole stanze (ricordiamo che i proprietari erano int­roitanti mercanti e quindi uffici e depositi erano essenziali) e alle due scale simmetriche, di destra e di sinistra, che disobbligano i due piani nobili superiori. Gli interni erano, secondo la testimonianza di Gianjacopo Fontana autore di una guida dal titolo Venezia monumentale. I palazzi della metà dell’Ottocento, riccamente decorati con travi a vista alla sansoviniana, addobbi, arazzi, porte di le­gno di noce con figure in bronzo, ma di tutto ciò, nonostante l’edificio sia in buo­ne condizioni, ben poco rimane. Nel piccolo cortile di destra sono rimaste, in­vece, alcune antiche e pregevoli colonne di marmo greco.

I Fontana erano membri di una ricca famiglia piacentina, trasferitisi a Venezia at­torno al 1549 per meglio dirigere i propri affari. Avevano acquistato un terreno con un modesto caseggiato in quest’area della parrocchia di San Felice che Giovanni Fontana fece abbattere per poter costruire la sua nuova e opulenta dimora. Alla fine del XVII secolo l’edificio venne interamente affittato ai Rezzonico che Io mantennero fino a quando non si trasferirono nel loro nuovo imponente palazzo di San Barnaba. Tra queste mura, al primo piano, nacque nel 1693 Cari Rezzonico che sarà eletto papa nel 1757 col nome di Clemente XIII. Con la caduta della Repubblica i Fontana furono costretti a vendere il palazzo e nel 1800 divenne proprietario il banchiere tedesco Johann Conrad Reck (lo pagò sok 40.000 lire del tempo) che, sensibile all’arte, cercò di mantenerlo nel migliore dei modi, finanziando anche nuovi decori, quali gli affreschi commissionati al pit­tore Carlo Bevilacqua (dei quali però non resta più alcuna traccia).