Palazzo Minotto Ristrutturazione gotica, situabile verso la metà del XV secolo, di un precedente edificio veneto­bizantino del XII-XIII secolo, di cui conserva alcuni elementi originali, come la bella cornice a foglie d’a­canto rovesciate. Al piano nobile si apre una trifora archiacuta affiancata da monofora.
In seguito al matrimonio di Gregorio Barbarigo con la brillante e colta Caterina Sagredo, nel 1739, furono chiamati i più illustri artisti del momento tra cui il grande maestro Giambattista Tiepolo, Francesco Fontebasso, Mengozzi Colonna e Carpoforo Mazzetti per abbellire il palazzo, sia la parte bizantina, ex Minotto, sia quella seicentesca, ormai da tempo interamente unite. Nel 1741 il ferrarese Gerolamo Mengozzi-Colonna, famoso quadraturista, dipinse la cappelletta domestica collocata in una rientranza del muro e chiusa da due battenti in legno. Nel 1742 Mengozzi Colonna interviene anche nel portego, il salone centrale, dove fornisce i disegni per i bellissimi terrazzi alla veneziana. All’interno molto belle le porte Luigi XIV lastronate in noce e le maniglie in bronzo a foglia di vite.
Nel 1741 l'illustre pittore veneziano Gianbattista Tiepolo realizza gli stupendi monocromi e due delle sovrapporte che fanno da cornice alla grande tela dipinta ad olio, La Virtù e la Nobiltà vincono l’Ignoranza, oggi conservata a Ca’ Rezzonico e qui sostituita da una splendida copia novecentesca. Tutta la decorazione pittorica simboleggia gli interessi culturali della coppia di Gregorio Barbarigo e Caterina Sagredo da poco sposati. Quattro monocromi riguardano le scienze: la Storia, l’Astronomia, la Geografia, e l’Astrologia. Gli altri quattro, con cornici mistilinee rappresentano le arti: la Pittura, la Scultura, la Musica, e la Poesia. Nelle sovrapporte il Tiepolo aveva affrescato il Merito e l’Abbondanza. Questo ciclo denota l'influenza della moda neoclassica che, in quegli anni, andava affermandosi in città attraverso motivi ornamentali, pezzi scultorei anticheggianti, sarcofagi, anfore e vasi uniti all' “olimpica grazia” dei personaggi raffigurati. Tale pittura manifesta la grandezza delle opere autografe di Gianbattista. Il salotto viene definito la stanza della “Saggezza” proprio perché esalta la visione del committente: l'intero ciclo dei monocromi è la celebrazione delle arti e delle scienze che concedono benessere e nobiltà.
Carpoforo Mazzetti, allievo di Abbondio Stazio, entrambi ticinesi, ha realizzato gli stucchi nell’alcova stile rocaille, costituita dal vano centrale per il letto con le due ali laterali con le piccole porte ornate da specchi. Il cimiero del vano centrale è ornato da putti reggiscudo girati di spalle e occhieggianti verso l’alcova. Il Mazzetti ha anche realizzato gli stucchi della sala da pranzo che raffigurano scene mitologiche in pallide sfumature pastello e animaletti coloratissimi che creano effetti di spiccato realismo.
Dal 2005 l'associazione culturale "Musica a Palazzo" affitta il piano nobile, dove mette in scena performance operistiche ispirate ai principi del "Salotto Musicale" ottocentesco.

Musica a Palazzo: http://www.musicapalazzo.com