Palazzo Giustinian Businello Casa-fondaco veneto-bizantina, della metà del XIII secolo, localizzata nell'area di più antico insediamento, vale a dire Rialto. Fu ristrutturata a più riprese dal Quattrocento in poi e soprattutto nel Seicento, quando venne anche sopraelevata. Conserva della struttura originaria il portico a tre arcate della facciata che prospetta sull'acqua (attualmente le due arcate più esterne sono state murate, mentre quella centrale funge da portone d'ingresso). In asse, ai piani superiori, un'infilata di finestre: due esafore sovrapposte rimaste a testimonianza dell'antico impianto duecentesco, ai lati invece, monofore di epoca più tarda. Notevole, e anche molto antica, è anche la cornice a bassorilievo che corre lungo l'intera larghezza della facciata.
Il palazzo, dopo essere stato dei Morosini, non è ben chiaro quando, passò di mano ai Giustinin e solo nel corso del Seicento passò di mano ai Businello, un famiglia cittadinesca (pare che fossero nobili al tempo della serrata del Maggior Consiglio ma che, in quell'occasione, venissero esclusi e declassati a gentiluomini di second'ordine, appunto quello dei cittadini originari) che s'era distinta soprattutto nell'avvocatura. Uno dei personaggi di spicco di questa casata fu Marcantonio Businello, morto nel 1630, prigioniero del esercito imperiale di Mantova, città dove svolgeva mansioni per la Repubblica che, per non rivelare segreti di stato, letteralmente si mangiò il cifrario che serviva per decriptare i messaggi inviati e ricevuti dalla capitale.
Nel corso dell'Ottocento la fabbrica divenne dimora della famosa ballerina Maria Taglioni (una vera collezionista di palazzi sul Canal Grande ricevuti in dono dai sui vari spasimanti), alla quale faceva spessissimo visita il vecchio feldmaresciallo Radetzky.